Nutrizione vitale
Ippocrate, il medico più famoso dell’antica Grecia scrisse:
Lascia che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo
Egli voleva sottolineare l’importanza dell’alimentazione nella prevenzione e cura della salute. Il cibo, assieme all’aria che respiriamo, rappresenta l’unico contatto vero ed intimo tra noi e l’ambiente che ci circonda. Proprio per questo motivo, il cibo, può essere identificato come una delle principali cause di malessere e allo stesso tempo, come disse Ippocrate, può essere utilizzato come efficace mezzo di prevenzione, profilassi e terapia, ed è grazie a questa certezza che oltre al percorso di 4 anni di naturopatia ho voluto ottenere una specializzazione in Nutrizione Vitale.
Ritengo che il mio compito principale come Naturopata, sia quello di affrontare il malessere presentato dal mio assistito iniziando dal punto di vista alimentare e vorrei sottolineare che il fabbisogno nutrizionale di ognuno di noi non può essere standardizzato ma varia da persona a persona a seconda dei disturbi di cui soffriamo, dell’età, dell’attività fisica, del lavoro che si svolge, dallo stile di vita, se si consumano medicinali ecc.
Prendendo in considerazione le esigenze del mio assistito si sviluppano dei consigli alimentari con il valore nutrizionale adeguato (vitamine, minerali ecc), guardando l’aspetto vitale di un alimento, vale a dire la capacità che può avere un cibo all’interno del corpo (capacità scaldanti es. peperoncino) o raffreddanti (es. banana), le associazioni ideali, persino consigli sui metodi di cottura più indicati per la situazione poiché come viene preparato un cibo ne modifica gli effetti.
Un cibo saltato in padella avrà un’azione di movimento all’interno del corpo e andrà bene per la stitichezza, mentre un cibo cotto al forno andrà bene a chi è molto sensibile al freddo e così via.
Concludo dicendo che un utilizzo cosciente del cibo ci consente e sostiene nel perseguire obbiettivi e raggiungere mete. Un utilizzo incosciente del cibo, porterà inevitabilmente a nutrire i nostri limiti, difetti e squilibri peggiorando gradualmente nel corso della vita.